PEDOCERE / Una mostra fotografica di Nicola Crepax

18/09/2023

A GRANDE RICHIESTA, FINO AL 21 OTTOBRE

6-14 ottobre 2023
SPAZIOCAVANA – Zinelli&Perizzi, Trieste

dal Martedì al Sabato
ore 10.00 -13.00 / 15.00 -19.00
chiuso domenica e lunedì

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Da SPAZIOCAVANA di Zinelli&Perizzi, adiacente Piazza Unità, si inaugura la mostra fotografica “Pedocere” di Nicola Crepax.

L’esposizione è incentrata su quindici fotografie di grande formato in cui il mare di Trieste assume colorazioni e significati inusitati integrando luoghi dello spirito, della musica e del pensiero.



Si potranno vedere alcuni elementi della tradizione del design che, combinati con le immagini di Crepax, offriranno l’opportunità per una riflessione plurilivello, sensoriale e pacata sulle dimensioni reali e immaginarie.

L’artista, da un lato, offre l’occasione per rileggere, grazie alla particolarità della luce che illumina gli scenari marini di Trieste, il diaframma tra la costiera e l’infinito costruito sul rapporto tra la natura e l’intervento della mano dell’uomo fatto da boe, gavitelli, gabbie, allevamenti.





Dall’altro le immagini, superando lo stesso concetto di unità di spazio-tempo, assumono un carattere universale aprendo la riflessione sul rapporto tra modernità e sfruttamento delle risorse marine. Gli elementi naturali acquisiscono così quasi l’aspetto di scenari postatomici in cui si leggono sia l’antico quieto andamento delle onde, sia le fratture imposte dalla contemporaneità.

Infine le immagini, stampate su grandissimi fogli di carta di cotone, acquistano i caratteri di quadri astratti. Crepax usa le pedocere come fossero linee e punti, segni del pennello e inserti materici su ipotetiche tele.





La fotografa e critica Giovanna Nuvoletti così ha descritto l’opera di Nicola Crepax in occasione di una recente esposizione a Milano:

“Ho visto dentro chiara la potenza della composizione - sapienza necessaria ai pittori, ma anche a noi fotografi.
Ho trovato persino il ricordo, la citazione della sezione aurea, ovvero la proporzione che rappresenta la vista umana, la visione come si forma nella nostra mente.
Ho trovato nelle foto di Nicola l’arte di saper mettere la musica nelle immagini. Eccolo, è il ritmo, che trascina l’occhio dello spettatore in una danza interiore, che arriva a caricare di significato - si, anche di parole - le forme che si accostano, si concatenano, si riflettono.
A volte mi incanto a leggere le sue immagini come un magico alfabeto sparso sul mare, fatto di frasi che ci chiudono nel nostro mistero, ci svelano a noi, o anche di inviti seducenti a perdersi in un viaggio al di là di tutte le nostre possibili colonne d’Ercole, inseguendo una nostra segreta maga Circe che ci trasformi in minuscoli vascelli”.​


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